Chi paga la sanatoria edilizia in una compravendita? È una domanda che sorge spesso quando emergono irregolarità urbanistiche su un immobile. In fase di trattativa, può creare dubbi, tensioni e veri e propri blocchi: deve farsene carico il venditore? Oppure l’onere può ricadere sull’acquirente?
In questo articolo, vediamo insieme chi paga la sanatoria edilizia, quando la responsabilità è automatica, quando può essere negoziata e perché è essenziale fare verifiche prima ancora di firmare la proposta.
Sanatoria edilizia: di cosa stiamo parlando, davvero?
Quando parliamo di “sanatoria” ci riferiamo a una regolarizzazione formale di abusi edilizi commessi sull’immobile. Può trattarsi di modifiche minori — come la chiusura di un balcone — oppure di interventi più strutturali mai dichiarati.
Molti proprietari non sanno nemmeno di avere un problema, fino a quando un tecnico non segnala la mancata conformità catastale o urbanistica.
Ed è qui che iniziano i dubbi: se l’abuso viene scoperto nel mezzo di una trattativa, chi deve intervenire? E con quali tempi?
Chi dovrebbe pagare la sanatoria edilizia, in teoria
In base alla normativa e alla prassi consolidata, è il venditore a dover garantire che l’immobile sia conforme sotto il profilo urbanistico ed edilizio. Questo significa che, se ci sono difformità, spetta a lui regolarizzarle prima del rogito, salvo accordi diversi.
Se il venditore non provvede e l’acquirente scopre l’irregolarità solo dopo la firma, può addirittura chiedere l’annullamento dell’atto o un risarcimento.
Quando può essere l’acquirente a pagare la sanatoria
In molti casi, però, le parti scelgono di negoziare la responsabilità. Ad esempio:
- il venditore concede uno sconto sul prezzo e lascia all’acquirente l’onere di regolarizzare
- l’acquirente preferisce gestire lui la sanatoria, per avere controllo sui tempi o per poter iniziare una ristrutturazione subito dopo
Questo tipo di accordo è valido, ma va messo per iscritto, con clausole chiare e supportato da una relazione tecnica preliminare che descriva con precisione le difformità.
I rischi se nessuno paga: quando la trattativa si blocca
E se né l’acquirente né il venditore vogliono occuparsi della sanatoria? È il caso più critico, che può bloccare l’intera operazione immobiliare.
Scopriamo cosa succede quando l’immobile è formalmente invendibile.
Senza accordi e senza interventi, l’atto può saltare
Un abuso edilizio rilevante, non sanato prima del rogito, può impedire la firma dell’atto notarile. Il notaio può infatti rifiutarsi di stipulare il contratto, e le banche possono negare il mutuo per mancanza di regolarità.
In queste situazioni, la trattativa si arena. Nessuna delle due parti può procedere senza un intervento risolutivo, e il rischio è di perdere tempo, opportunità e fiducia.
La soluzione? Una verifica tecnica prima di qualsiasi accordo
Per evitare conflitti e problemi a trattativa avanzata, serve un’azione semplice ma fondamentale: verificare lo stato dell’immobile prima di firmare.
Qui entra in gioco la figura del tecnico abilitato.
Solo un tecnico può valutare la gravità e la sanabilità dell’abuso
Non è sufficiente “dare un’occhiata” o “fidarsi della planimetria”. Serve un controllo professionale, che metta a confronto lo stato reale dell’immobile con la documentazione catastale e urbanistica.
Un tecnico esperto può identificare eventuali abusi, stimare i costi per una sanatoria (quando possibile) e informare correttamente entrambe le parti. Solo così è possibile decidere consapevolmente chi deve pagare e come procedere.
Perché una consulenza tecnica può farti risparmiare molto di più
Molti vedono la consulenza tecnica come un costo extra. In realtà, si tratta di un vero investimento che può evitare danni, ritardi e contenziosi.
Vediamo quali vantaggi pratici porta a chi compra o vende casa.
Un piccolo investimento che ti evita grossi guai
Con una consulenza tecnica preliminare, puoi:
- conoscere esattamente la situazione urbanistica dell’immobile
- verificare se la sanatoria è possibile
- calcolare in anticipo i costi
- impostare una trattativa trasparente e sicura
Questo ti consente di evitare sorprese, proteggere il tuo investimento e gestire la compravendita con pieno controllo.
Conclusione: chi paga la sanatoria edilizia? Chi si informa (e si muove in anticipo)
La domanda iniziale rimane aperta: chi paga la sanatoria edilizia in una compravendita? La risposta non è mai automatica, ma dipende dagli accordi e soprattutto dalla consapevolezza.
Chi si muove in tempo, si fa assistere da un tecnico e affronta la trattativa in modo informato, ha tutti gli strumenti per evitare errori e tutelare il proprio investimento.
Per questo, prima ancora di discutere di soldi, è necessario capire se ci sono irregolarità. Il resto — inclusa la questione di chi paga — verrà da sé.